Alessandro Di Marco, 30 anni, si guarda intorno soddisfatto. Tutto è come dovrebbe essere qui, odore di nuovo compreso: i tavoli da lettura, ampi e lisci, con i divisori arancioni e le sedie bianche, i dispositivi Kindle Paperwhite in bella vista, pronti per essere usati. “Chissà se tra i titoli c’è anche La via del sole di Mauro Corona. È il mio libro preferito,” dice con la sua voce profonda, in cui fa capolino la cadenza laziale, contagiosa come una risata. “Amo leggere, la lettura insegna a stare bene da soli, anche nei momenti più difficili.”

Una nuova biblioteca, un nuovo spazio di comunità

Alessandro è uno dei giovani abitanti della cittadina di duemila persone che ha visto il proprio destino stravolto dal terribile sisma del 24 agosto 2016. “Abbiamo perso tutto: la casa e gli affetti, ma anche il senso di comunità che ora, grazie a questa biblioteca, possiamo tornare a sperimentare”. Il 23 aprile 2018, nella giornata internazionale del libro, è stata infatti inaugurata ad Amatrice la nuova biblioteca comunale che trovava sede in sei container di fronte al palazzo del Comune, e che ora è stata trasferita in via permanente nel Centro di Formazione Professionale della città. Taglio del nastro da parte del sindaco Sergio Pirozzi, e ambasciatore speciale dell'evento lo scrittore Giuseppe Catozzella, vincitore del Premio Strega Giovani 2014 con Non dirmi che hai paura, che ha coinvolto gli studenti di Amatrice in una sessione di lettura dedicata al suo ultimo romanzo.

Tutto nasce dall’iniziativa ‘Un eBook per Amatrice', ideata da docenti e studenti dell’Università di Udine in collaborazione con Amazon. Obiettivo: restituire alla popolazione locale un luogo di aggregazione e di scambio che facesse perno sui libri, sulle loro storie, lì dove la storia del paese si era bruscamente interrotta. Il progetto ha consentito di donare libri in formato e-Book alla popolazione di Amatrice attraverso una piattaforma online dedicata. Amazon ha aderito fornendo delle gift card per acquistare titoli gratuitamente, centinaia di libri cartacei, 20 Kindle Paperwhite, i container che ospitano la biblioteca e il mobilio. I dispositivi sono stati collocati nelle nuove postazioni e attivati proprio dai ragazzi di Udine nel corso dell’inaugurazione.

È stata un’esperienza incredibile per i nostri ragazzi, hanno imparato moltissimo. I genitori ci hanno chiamato per ringraziarci: li hanno visti cresciuti, come professionisti e come persone.
Nicola Strizzolo, docente di Teoria e tecniche delle relazioni pubbliche all’Università di Udine e coordinatore del progetto ‘Un eBook per Amatrice’

Una biblioteca per “combattere l’orco”

“È stata un’esperienza incredibile per i nostri ragazzi, hanno imparato moltissimo. I genitori ci hanno chiamato per ringraziarci: li hanno visti cresciuti, come professionisti e come persone,” racconta Nicola Strizzolo, docente di Teoria e tecniche delle relazioni pubbliche all’Università di Udine, uno degli ideatori del progetto. Nicola, classe 1973, ha memoria di un altro terribile disastro, il terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia nel 1976. “È il primo ricordo della mia infanzia: un boato cavernoso. A noi bambini dissero che si era svegliato l’orco.”

A 40 anni da quei giorni, l’Università di Udine nel 2016 pensava a una serie di iniziative commemorative. Ma il 24 agosto la realtà è entrata di prepotenza nei progetti accademici. “Ci è venuta in mente l’idea di una biblioteca digitale per Amatrice, che avrebbe risolto il problema della mancanza di uno spazio fisico. E abbiamo pensato al Kindle Paperwhite, che può contenere migliaia di titoli. Così abbiamo contattato Amazon per presentare il progetto, che è stato accolto con enorme entusiasmo.”

Anche da parte degli studenti, una trentina di ragazzi grintosi, impegnati in un percorso di 14 mesi. Tra questi Luna Parisi, 23 anni, studentessa di Relazioni pubbliche. “Mi sono ritrovata in prima linea a gestire tutta la comunicazione del progetto da parte dell’Ateneo, dalla stampa ai social, come una vera PR, supportata dal team Amazon. Sono stati i mesi più belli e intensi della mia vita.”

Si impara a lavorare, a confrontarsi. “Durante uno dei nostri sopralluoghi ad Amatrice abbiamo attraversato con i ragazzi del posto la zona rossa, il cuore ferito del comune. Nessuno di loro ricordava più dove fosse il bar, dove il negozio di alimentari. Improvvisamente il paese dove sei nato e cresciuto diventa un luogo che non è più tuo”.

Amatrice guarda avanti

Due minuti e mezzo, quelli della notte del 24 agosto, che ti cambiano totalmente la vita. “Non bisogna arrendersi, bisogna guardare sempre avanti,” dice ancora Alessandro. “Io ho deciso di non abbandonare la mia terra. Faccio l’assicuratore, dopo il disastro ho lavorato da un camper. E in tutto questo periodo sono mancate tante cose, è vero, ma soprattutto un luogo dove ritrovarci, dove sentire che Amatrice, nonostante la ferita, ancora vive e sorride. Eccola, finalmente: la nostra nuova biblioteca.” Perché la normalità può ricominciare anche da un libro: dopotutto, sono le fiabe a insegnare che gli orchi vengono sempre sconfitti.