Per gli esperti di sostenibilità che si occupano di comprendere e far fronte al cambiamento climatico i dati sono essenziali. Tuttavia, anche il semplice accesso a dati pertinenti e aggiornati può risultare spesso complicato. Molte raccolte di dati importanti, come le immagini satellitari e le previsioni del tempo, sono immagazzinate in varie parti del mondo in file pesanti e sistemi complessi che la maggior parte delle persone non è in grado di usare senza l’aiuto di appositi computer. La mancanza di dati facilmente accessibili può rallentare il progresso verso le soluzioni ai problemi climatici, oltre a escludere gli esperti che non hanno a disposizione risorse significative.
Amazon Sustainability Data Initiative (ASDI) è un progetto finalizzato a risolvere il problema dei dati sulla sostenibilità. Collaborando con organizzazioni scientifiche come la National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense (NOAA) e il Finnish Meteorological Institute (FMI) identifica, ospita e distribuisce set di dati riguardanti il clima su Amazon Web Services (AWS) Cloud, che ha l’infrastruttura necessaria per immagazzinare grandi raccolte di dati. Una volta caricati i dati, Amazon e AWS consentono a chiunque di consultarli a costo zero. L’iniziativa, lanciata nel 2018, ospita oggi oltre 130 raccolte di dati, fra cui osservazioni e previsioni meteorologiche, proiezioni climatiche, immagini satellitari, dati idrologici, dati sulla qualità dell’aria e sulle previsioni oceaniche. Concede inoltre spazi gratuiti sul cloud per aiutare i ricercatori a coprire i costi dell’analisi dei dati, che possono essere significativi.
Per celebrare la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza indetta dalle Nazioni Unite, Amazon ha parlato con tre scienziate che stanno sviluppando soluzioni per il cambiamento climatico grazie all’utilizzo di dati ottenuti tramite l’ASDI.
Dott.ssa Ana Pinheiro Privette, direttrice global dell’ASDI
Come direttrice mondiale dell’ASDI ed ex ricercatrice della NASA e della NOAA, la dottoressa Privette ha una missione: assicurarsi che chiunque voglia sviluppare soluzioni per affrontare il cambiamento climatico possa accedere alle informazioni di cui ha bisogno.
Privette ha facilitato collaborazioni con decine di organizzazioni no-profit dedicate all’ambiente, imprese private e agenzie governative, fra cui la NASA e la NOAA, per fornire ai ricercatori l’accesso alle informazioni contenute nelle raccolte dati dell’ASDI. Il lavoro svolto dall’ASDI attraverso Privette ha portato a molti progressi importanti in relazione al clima; un esempio è la collaborazione con l’organizzazione no-profit Digital Earth Africa, che sta lavorando con i leader tanzaniani per monitorare come l'erosione costiera stia contribuendo alla perdita degli alberi di mangrovie dell'isola che agevolano la cattura della CO2. Il progetto monitora la deforestazione avvalendosi di immagini satellitari, per le quali l’ASDI fornisce il servizio di hosting e che fino a quel momento non erano a disposizione delle autorità locali africane. L'accesso alle immagini satellitari ha aiutato le comunità locali a identificare dove si stia verificando la perdita di alberi e a fissare un obiettivo per ripiantare 1.000 mangrovie ogni settimana. Al loro lavoro è stata dedicata una recente puntata della serie di documentari Climate Next di Amazon.
Un altro esempio è l’azienda australiana specializzata in dati climatici Solcast, che sta lavorando insieme all’ASDI per accedere ai dati climatici satellitari della NOAA in modo da aiutare i produttori di energia delle diverse parti del mondo a prevedere la quantità di luce solare che potrebbe essere ricevuta dai loro parchi fotovoltaici. I dati stanno anche aiutando Solcast a collaborare con vari governi per promuovere il passaggio a energie rinnovabili al 100%.
“L’obiettivo che condividiamo con l’ASDI è di assicurarci che i dati importanti siano facilmente accessibili a tutti, gratuiti e che il loro impiego non richieda grandi quantità di tempo o energie” ha dichiarato Privette. “La democratizzazione dei dati rende più inclusiva la ricerca sulla sostenibilità e sul clima, e consente la partecipazione di persone tradizionalmente sottorappresentate nell’ambito delle discipline STEM [scienza, tecnologia, ingegneria e matematica], comprese le donne. Abbiamo bisogno che tutte le competenze e tutti i punti di vista siano messi in campo per far fronte a questi grandi problemi globali”.
Dott.ssa Chelle Gentemann, ricercatrice senior del Farallon Institute
Gentemann è esperta nell’analisi dei dati satellitari per determinare gli impatti delle temperature oceaniche sugli eventi climatici in California. Il suo lavoro in passato le ha richiesto in diversi casi di elaborare e scaricare fino a 900 terabyte di dati alla volta, pari allo spazio necessario per immagazzinare i dati di backup di oltre 100 computer standard.
“Per qualunque raccolta di dati che volessi consultare dovevo scrivere migliaia di righe di codice; non è una competenza alla portata di chiunque. Queste barriere all’ingresso perpetuano un ciclo di esclusione a cui assistiamo spesso in ambito scientifico, dovuto alla disuguaglianza nell’accesso alle risorse” ha detto Gentemann, che ha iniziato a collaborare con l’ASDI per condividere i propri dati e il proprio codice con altri. “Una volta che abbiamo caricato l’intera raccolta di dati sul clima sul cloud di AWS tramite l’ASDI, di punto in bianco chiunque è stato in grado di consultarli e utilizzarli. Mi sono resa conto che tale accessibilità poteva aiutarmi a promuovere i diritti di altre persone”.
Questa esperienza ha dato a Gentemann – che lavora come ricercatrice senior per il Farallon Institute, un’organizzazione scientifica no-profit – l’ispirazione che l’ha portata a lanciare insieme alla NASA l’iniziativa Transform to Open Science (TOPS), un nuovo programma pilota progettato per aiutare gli esperti di comunità storicamente escluse dall’ambito scientifico a ottenere l’accesso al codice e ai dati gratuiti condivisi attraverso l’ASDI. L’iniziativa ha l’obiettivo iniziale di formare fino a 20.000 scienziati sui principi dell’open science.
Dott.ssa Annie Burgess, responsabile di laboratorio di Earth Science Information Partners (ESIP)
Tradizionalmente gli scienziati hanno sempre dovuto scaricare i dati da agenzie o istituzioni e lavorarci in locale, cosa che ha rallentato la ricerca e limitato la collaborazione. Come responsabile del laboratorio di Earth Science Information Partners (ESIP), Burgess si adopera per concedere finanziamenti a scienziati che possono usare il cloud di AWS per immagazzinare, analizzare e condividere i loro dati e il loro lavoro con altri scienziati, dando luogo a una riduzione considerevole dello sforzo collettivo richiesto dalla ricerca scientifica. I finanziamenti sono messi a disposizione dalla NASA, dalla NOAA e dalla U.S. Geological Survey, oltre che dall’ASDI attraverso la donazione di spazio sul cloud, e hanno supportato progetti di neolaureati e scienziati con più esperienza impegnati nel passaggio sul cloud.
Un esempio è il progetto LakePy, che prende dati sulle acque dei laghi, contenuti originariamente in diversi database di agenzie governative, università e privati, e li accorpa sul cloud, consentendo agli scienziati di accedere in modo semplice e gratuito a più di un secolo di dati sulle acque di oltre 2000 laghi di tutto il mondo, e anche a strumenti integrati di analisi dei dati.
Burgess sta approfittando dello spazio concesso dall’ASDI sul cloud per apprestare un Q-Hub, uno spazio sicuro sul cloud di AWS che sta fornendo, a oltre 90 scienziati impiegati da quattro agenzie federali statunitensi, un ambiente per la condivisione e l’analisi dei dati. L’iniziativa sta rendendo possibili collaborazioni tra gli enti federali che prima risultavano complicate per la mancanza di un’infrastruttura informatica condivisa.
“Queste iniziative stanno avendo un’enorme efficacia, e stanno consentendo alle persone di lavorare insieme in un unico ambiente, ovviando a problemi di ogni genere, dalle inondazioni alle attività di estrazione mineraria illegale e alle strategie di cloud chunking” ha spiegato Burgess. “L’ASDI ci sta aiutando ad abbattere le barriere e a mostrare alle persone la potenza della condivisione collaborativa dei dati e delle attività informatiche.”
Gli sforzi compiuti dall’ASDI per fornire supporto a una gamma variegata di esperti di sostenibilità e di ricerca sul clima riflettono il profondo impegno di Amazon e AWS a favore della diversità, della parità e dell’inclusione nell’ambito delle discipline STEM. Il programma Amazon Future Engineer – che rientra nel piano di investimenti da 50 milioni di dollari di Amazon sulla formazione in informatica e nelle discipline STEM – punta a incoraggiare, istruire e formare bambini e giovani adulti appartenenti a comunità scarsamente servite ed economicamente svantaggiate in modo che possano intraprendere carriere nel campo dell’informatica, e nel 2021 si è dato l’obiettivo di raggiungere 1,6 milioni di studenti sottorappresentati in tutto il mondo. AWS è inoltre partner di Girls in Tech, un’organizzazione no-profit globale che si adopera per eliminare il gender gap nel settore tecnologico, in cui le donne rappresentano appena il 26% degli informatici.