In occasione della Festa della Mamma, abbiamo voluto dare voce a chi tutti i giorni affronta con determinazione le piccole e grandi sfide necessarie per conciliare vita, lavoro, genitorialità e gestione della famiglia. Da una chiacchierata con alcune nostre dipendenti emerge con forza l’importanza di poter contare su un ambiente di lavoro inclusivo, aperto al dialogo, flessibile e capace di comprendere le necessità del quotidiano.

“Nella mia situazione non avrei mai immaginato di avere una possibilità lavorativa, in Amazon sono stata accolta. Ho trovato una mentalità inclusiva e non ha influito l’essere mamma di 4 figli", racconta Valentina, mamma single di 4 figli rispettivamente di 19, 17, 14 e 9 anni, che lavora in Amazon dal 2020 nel deposito di smistamento di San Giovanni Teatino.

La rappresentanza di genere è pilastro strategico e valore fondamentale della nostra visione aziendale, e guida lo sviluppo di politiche a sostegno della genitorialità per i nostri dipendenti. La necessità di un supporto, infatti, emerge chiaramente dai risultati della ricerca commissionata a SWG e volta a interrogare l’opinione pubblica sulla percezione dell’aiuto fornito dal contesto sociale di appartenenza (famiglia, amici, lavoro), dalla propria azienda e dal sistema di welfare pubblico nella cura dei figli.

Guardando al mondo delle imprese, i risultati del sondaggio rivelano come l’83% delle donne intervistate pensa sia importante ricevere un aiuto dal datore di lavoro per affrontare al meglio la maternità. Netta è la richiesta di flessibilità, in tutte le sue forme: oraria, in termini di part time o smart working. Con l’obiettivo di rispondere a questa necessità, nei nostri centri logistici ci impegnamo costantemente per implementare una rimodulazione degli orari del turno che pongono al centro le esigenze di tutte le famiglie. Si chiama proprio “Turno Famiglia” e dà la possibilità a chi ha bimbi piccoli (fino ai 3 anni di età) di lavorare su un turno fisso, anziché ruotare, e di scegliere quello preferito in base agli orari delle scuole o al lavoro del proprio partner.

Amazonian Moms with their kids
“Rispetto ad altre aziende, in Amazon si respira davvero una mentalità aperta e attenta alle esigenze di ognuno. Durante e dopo il periodo di maternità ho potuto usufruire di una buona flessibilità, senza cui sarebbe stata - e sarebbe tutt’ora - difficile la gestione di mia figlia, non avendo i genitori vicini per aiutarmi”, conferma Simona, 35 anni, Trainer del centro di distribuzione di Novara.
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“Non è comune trovare una realtà come Amazon”, racconta Laura, che da oltre 10 anni lavora nella divisione legal. “La mia terza gravidanza è arrivata mentre lavoravo in un team diverso rispetto alle due maternità precedenti, e sono stata promossa due volte proprio mentre ero incinta. Qui si è davvero valutati per quello che si fa”.
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Nicoletta, Sales Director per Twitch, racconta: “Dopo la maternità ho sfruttato al massimo la flessibilità oraria e lo smart working, che mi permettevano di organizzarmi con la gestione della famiglia. Sicuramente dal punto di vista della flessibilità, sia dell’orario che del luogo di lavoro, Amazon, come tante altre grandi aziende, è all’avanguardia”.
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Melissa, Assistente del Responsabile del Centro di distribuzione di Vercelli, dove anche suo marito lavora come tecnico informatico: “In azienda offriamo il part-time ai genitori con figli entro una certa soglia di età e anche lo smart working può essere un modo per permettere di organizzare meglio i tempi.”.
amazonian mom with her kid
Lara, 33 anni, da meno di un anno entrata nel team legale di Prime Video negli uffici Amazon di Milano: “La mia è una storia particolare, credo un unicum in Italia. Non molte grandi aziende, dopo la mia dichiarazione di essere incinta durante la selezione, avrebbero proseguito, dandomim un’opportunità in quel momento”.
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Rossella, ingegnere meccanico, è mamma di due bambini e lavora presso il centro di distribuzione Amazon di Colleferro, in provincia di Roma, dove ricopre il ruolo di Operations Manager: “Mi è stata fin da subito offerta la possibilità di gestire la famiglia, conciliandola con il lavoro”, spiega. “Qui ho potuto evitare i turni notturni e concentrare tutto durante il giorno. Questa flessibilità mi è stata di grande aiuto perché, essendomi trasferita da poco, non avevo parenti su cui contare per la gestione di mio figlio”.
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Patricia, 36 anni e mamma di un bimbo di 3, da 11 anni fa parte del team del Customer Service a Cagliari. “Quando sono rientrata dalla maternità ho chiesto e ottenuto un cambio di ruolo perché volevo imparare aspetti nuovi del mio lavoro”, spiega. “Le aziende private possono arrivare dove lo Stato non arriva: la flessibilità d’ingresso, ad esempio, per me è stata molto utile e ad oggi mi consente di portare ancora tutte le mattine mio figlio all’asilo”.
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“Nel 2020 ho iniziato a lavorare in Amazon e poco dopo ho scoperto di essere incinta del mio secondo bambino. Il primo giorno di lavoro ho subito comunicato la gravidanza ai nuovi colleghi e ho immediatamente percepito un clima sereno e festoso, hanno cercato di mettermi a mio agio attivando tutte le misure di sicurezza per una donna incinta sul posto di lavoro” spiega Francesca, che attualmente lavora all’interno del team di Public Policy.

Rossella, ingegnere meccanico, è mamma di due bambini e lavora presso il centro di distribuzione Amazon di Colleferro, in provincia di Roma, dove ricopre il ruolo di Operations Manager: “Mi è stata fin da subito offerta la possibilità di gestire la famiglia, conciliandola con il lavoro”, spiega. “Qui ho potuto evitare i turni notturni e concentrare tutto durante il giorno. Questa flessibilità mi è stata di grande aiuto perché, essendomi trasferita da poco, non avevo parenti su cui contare per la gestione di mio figlio”.

In tema di genitorialità e supporto aziendale, anche Nicoletta, Sales Director per Twitch, aggiunge: “Dopo la maternità ho sfruttato al massimo la flessibilità oraria e lo smart working, che mi permettevano di organizzarmi con la gestione della famiglia. Sicuramente dal punto di vista della flessibilità, sia dell’orario che del luogo di lavoro, Amazon, come tante altre grandi aziende, è all’avanguardia”.

Significativa è l’idea del 54% delle intervistate che l’estensione del congedo parentale retribuito, rispetto a quello previsto per legge, possa essere uno strumento importante messo in campo dal datore di lavoro. Un’azione concreta che in Amazon abbiamo adottato con orgoglio, offrendo a tutti i nostri dipendenti in Italia un congedo parentale esteso, rivolto alle coppie sposate, conviventi, omogenitoriali e di fatto, che prevede fino a 6 settimane di assenza retribuita, per i figli naturali e adottivi. L'estensione del congedo parentale si integra, inoltre, con la copertura al 100% della maternità rispetto all’80% garantito dallo Stato, l’assicurazione sanitaria e l’assistenza medica privata.

Quanto sia essenziale un modello organizzativo flessibile e capace di andare incontro alle esigenze di una neomamma, lo testimonia Patricia, 36 anni e mamma di un bimbo di 3, che da 11 anni fa parte del team del Customer Service a Cagliari. “Quando sono rientrata dalla maternità ho chiesto e ottenuto un cambio di ruolo perché volevo imparare aspetti nuovi del mio lavoro”, spiega. “Le aziende private possono arrivare dove lo Stato non arriva: la flessibilità d’ingresso, ad esempio, per me è stata molto utile, e ad oggi mi consente di portare ancora tutte le mattine mio figlio all’asilo”.

Anche Lara, 33 anni, da meno di un anno entrata nel team legale di Prime Video negli uffici Amazon di Milano, aggiunge: “La mia è una storia particolare, credo un unicum in Italia. Non molte grandi aziende, dopo la mia dichiarazione di essere incinta durante la selezione, avrebbero proseguito, dandomi un’opportunità in quel momento”.

“Rispetto ad altre aziende, in Amazon si respira davvero una mentalità diversa, internazionale e attenta alle esigenze di ognuno. Durante e dopo il periodo di maternità ho potuto usufruire di una buona flessibilità, senza cui sarebbe stata - e sarebbe tutt’ora - difficile la gestione di mia figlia, non avendo i genitori vicini per aiutarmi”, conferma Simona, 35 anni, Trainer del centro di distribuzione di Novara.

“Nel 2020 ho iniziato a lavorare in Amazon e poco dopo ho scoperto di essere incinta del mio secondo bambino. Il primo giorno di lavoro ho subito comunicato la gravidanza ai nuovi colleghi e ho immediatamente percepito un clima sereno e festoso, hanno cercato di mettermi a mio agio attivando tutte le misure di sicurezza per una donna incinta sul posto di lavoro” spiega Francesca, che attualmente lavora all’interno del team di Public Policy.

Continua inoltre Melissa, Assistente del Responsabile del centro di distribuzione di Vercelli, dove anche suo marito lavora come tecnico informatico: “In azienda offriamo il part-time ai genitori con figli entro una certa soglia di età e anche lo smart working può essere un modo per permettere di organizzare meglio i tempi.”.

“Non è comune trovare una realtà come Amazon”, conclude Laura, che da oltre 10 anni lavora nella divisione legal. “La mia terza gravidanza è arrivata mentre lavoravo in un team diverso rispetto alle due maternità precedenti, e sono stata promossa due volte proprio mentre ero incinta. Qui si è davvero valutati per quello che si fa”.