Daniele Cazzaniga, 38 anni, brianzolo doc, è Italy SSOE Analyst, Sales Strategy Operations & Enablement per Amazon Web Services. “In parole semplici studio i dati statistici per insegnare al nostro dipartimento Sales le migliori strategie di business.” Daniele è un cervellone del Cloud con la battuta sempre pronta e ha una disabilità da quando ha 14 anni.
“Un incidente in motorino il 19 dicembre del 1997 ha cambiato la mia vita” Daniele però non si è arreso: “Sono rientrato in classe a febbraio e sono stato promosso”. A Daniele piace mettersi alla prova: snowboard, sci corto, motocicletta, l’adrenalina è il suo mestiere. “Adesso più che mai, visto che mi sono appena sposato” scherza. Un anno importante il 2021 per lui: “Il 23 settembre il matrimonio con Roberta, e il 24 maggio l’assunzione ad Amazon Web Services. Qui ho trovato un contesto unico per l’Italia: non esiste comfort zone, ogni giorno so che mi aspetta una nuova sfida.” La disabilità è di per sé una sfida in un ambiente lavorativo. “In Amazon sono stato sostenuto dal primo istante, anche nei miei limiti fisici. È un ambiente inclusivo, in cui parlare apertamente e sentirsi a proprio agio. Con il mio capo, Marco Bertinelli, ho un rapporto di dialogo e fiducia".

Non esiste una sola disabilità

L’ingresso in Amazon di persone con disabilità viene supportato dalla collaborazione con Alveare, Onlus che ha come missione l'integrazione lavorativa di persone con disabilità. “Siamo entrati in contatto con Amazon nel 2018” racconta Fabio Ferri, presidente della cooperativa sociale con sede a Bollate (Milano). “L’azienda cercava un partner che lo accompagnasse nel processo di selezione e assunzione di professionisti e professioniste con disabilità. Un’occasione unica per i nostri ragazzi e le nostre ragazze, chiamati a svolgere, a differenza dell’impiego in altre realtà, lavori iper specializzati, che valorizzano i loro percorsi accademici e le loro competenze. Una soddisfazione enorme per loro, anche da un punto di vista retributivo!” Nel febbraio 2020 vengono stipulate le prime convenzioni. “Un’avventura complessa, era la prima volta che ci confrontavamo con una realtà così articolata. In Amazon i team sono moltissimi, ciascuno con le proprie caratteristiche. Allo stesso modo non esiste una sola disabilità, ci sono tante disabilità, fisiche, psichiche e cognitive. Abbiamo dovuto inventarci una modalità di lavoro con ciascuna squadra, a seconda della figura inserita. Un approccio su misura.” Di cosa si occupa Alveare nello specifico? “Selezioniamo i candidati con Amazon e ci occupiamo dell’onboarding dei ragazzi e delle ragazze, seguendoli passo a passo nel primo periodo con un nostro tutor. Poi c’è la parte di formazione con i manager: spieghiamo chi è la persona, quale sia la sua disabilità, e come poter instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Non è facile per i ragazzi e per le ragazze ma neanche per i manager: serve ulteriore fatica, che si aggiunge a quella lavorativa, e serve tanta pazienza, ma con il percorso giusto tutti possono farcela.”

l'immagine mostra un dipendente amazon che abbraccia la moglie in un giardino
Daniele Cazzaniga, 38 anni, Italy SSOE di Amazon Web Services, e la moglie Roberta
l'immagine mostra un dipendente di amazon in sedia a rotelle che nel suo tempo libero gioca a tennis
Paolo Cancelli, 29 anni, Brand Specialist

Il vero ostacolo è la mancanza di conoscenza

Tra i primi neoassunti c’è Paolo Cancelli, 29 anni, Brand Specialist nell’area Toys. “Aiuto nello sviluppo strategico di brand e prodotti. Dal 20 settembre ho il mio badge blu, sono un Amazoniano a tutti gli effetti” racconta con orgoglio.

“Questi primi mesi sono stati molto importanti per raccontare alla mia squadra chi sono io e che cosa è la mia disabilità, per capirci. Disabilità che è oggettiva, un ostacolo che fa parte di te, ma è la mancanza di conoscenza a creare il vero ostacolo. La formazione e il dialogo sono fondamentali per l’inclusione. Io voglio essere valutato come un normodotato, senza scuse né pietismi, ma ho degli impedimenti fisici , di cui il mio datore di lavoro deve essere a conoscenza. Se sono sordomuto, posso avere difficoltà in una call. Se sono in sedia a rotelle invece necessito banalmente di più tempo per le attività fisiche quotidiane. Ogni persona deve avere la possibilità di fare il massimo con le potenzialità a sua disposizione.” Ha le idee chiare Paolo, e una determinazione fuori dal comune, che non è stata scalfita nemmeno nelle settimane scorse, quando un intervento chirurgico lo ha costretto prima a una pausa dal lavoro, e poi a un ridimensionamento delle sue mansioni, a causa delle complicazioni dell’operazione. “È stato un momento difficile, molto frustrante. Ho trovato grande supporto, umanità ed empatia da parte della mia manager e del team: abbiamo parlato della mia situazione e stiamo ragionando su come fare per rimanere sempre sul pezzo e darmi la possibilità di raggiungere al meglio gli obiettivi concordati. Questa è vera inclusione.”

Un percorso a lungo termine

“L’inclusione è un percorso a lungo termine, si impara solo facendo” dice Rossana Pigatto, 30 anni, Senior AVS Team Lead della categoria Giochi e giocattoli. “Dove AVS sta per Amazon Vendor Services”, spiega Rossana. “Il mio compito è di coordinare il team di Brand Specialist che si occupa della categoria Giochi e giocattoli su Amazon.it. Sono la manager di Paolo, insomma. Prima di averlo in squadra non ero mai entrata in contatto con la disabilità. Grazie ad occasioni di training interni e attraverso un rapporto di confronto costante con il dipartimento di HR, che continua tutt’ora, e con lo stesso Paolo ho imparato tanto: ho capito che per le valutazioni interne e il confronto tra Paolo e gli altri colleghi è necessario comprendere appieno tutte le sfaccettature della sua disabilità. Cosa ha fatto la differenza? Una comunicazione trasparente, sia da parte mia, che da parte di Paolo. Questo ci consente di ricalibrare gli obiettivi di volta in volta, in base a ciò che può fare in questo momento. La priorità è la sua salute. Come manager poi ho dovuto pensare anche all’aspetto lavorativo, ma il nostro team, unitissimo, si completa. È una grande squadra.