“Finalmente lo possiamo dire ufficialmente, Amazon è la prima azienda in Italia del settore e-commerce ad aver ottenuto la certificazione di parità di genere”, lo afferma con orgoglio Margherita Repetto, Senior Diversity, Equity e Inclusion Business Partner per Amazon in Italia e Spagna.

Una donna con una camicia blu, i capelli tagliati sopra le spalle, una collana dorata e gli occhi chiari sorride guardando l'obiettivo. Sullo sfondo, una libreria, una lampada e alcune piante.
Margherita Repetto, Senior Diversity, Equity e Inclusion Business Partner per Amazon in Italia e Spagna.

In Amazon da otto anni, Margherita ha iniziato la sua carriera in azienda come Finance Analist in Kindle Europa, per ricoprire poi ruoli manageriali in Retail e Amazon Prime, fino a diventare nel febbraio 2022 Senior Diversity, Equity e Inclusion Business Partner in Amazon. “Ho potuto conoscere e capire molti aspetti di una grande azienda, ma soprattutto ho avuto il grande privilegio di poter ricoprire un ruolo con delle responsabilità che più si avvicinano ai miei valori personali e privati”, racconta Margherita: “Sin da ragazza ho sempre sentito molto forte l’istinto e l’esigenza di impegnarmi in prima persona nel sociale anche attraverso viaggi ed esperienze che mi hanno permesso di vedere con i miei occhi cosa succede altrove. Questo interesse verso l’altro e l’attitudine a cercare di agire per una società più giusta ed equa è parte di me e i nuovi ruoli DEI sono assolutamente ciò che più mi rappresentano come professionista e persona”.

Il viaggio per ottenere la certificazione della parità di genere è iniziato a marzo 2022 quando la prassi è diventata parte integrante delle priorità strategiche della Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “La cultura di inclusione ed equità è già da tempo fortemente radicata nella filosofia Amazon. La grande sfida è stata proprio quella di tradurre i nostri metodi nel linguaggio dell’ente certificatore, Bureau Veritas, che ha seguito l’audit esterno”.

“In Amazon i temi DEI vengono affrontati e gestisti come qualunque altro asset strategico per il business e, di conseguenza, sviluppiamo strategie puntuali con la definizione di metriche, obiettivi e parametri da rispettare e seguire”, sottolinea Margherita, che aggiunge: “Definiamo obiettivi precisi in termini di rappresentanza di genere, inclusione della comunità LGBTQIA+ e aumento del livello di accessibilità per persone con disabilità. Altri obiettivi riguardano, per esempio, lo sviluppo dei corsi di formazione per i dipendenti su tematiche di genere e diversità. Tutte azioni concrete e impegni di medio-lungo termine che sono stati presi in esame in fase di audit”.

Nel processo di valutazione condotto da auditors esterni e dall’ente certificatore Bureau Veritas, sono emersi diversi elementi positivi, a partire proprio dall’introduzione della figura del DEI Manager. È stato poi riscontrato come in Amazon sia presente un approccio attento all’inclusività sin dal processo di selezione dei dipendenti. Le Risorse Umane seguono infatti corsi di formazione specifici per garantire che i colloqui vengano condotti nel modo più equo e inclusivo possibile, a cominciare dall’utilizzo di un linguaggio idoneo.

“Una figura come quella del Bar Raiser è del tutto innovativa. Si tratta di un intervistatore che partecipa al processo di selezione come terza parte oggettiva e che non fa parte del team in cui è aperta la posizione. Oltre a svolgere il loro lavoro quotidiano, i Bar Raiser sono intervistatori appositamente formati, ritenuti consulenti esterni capaci di contribuire a mantenere sempre un giudizio imparziale. Se pensiamo poi all’utilizzo del linguaggio corretto, per esempio, un’altra azione concreta su cui stiamo lavorando con costanza è quella di far sì che tutta la nostra comunicazione e le nostre policy diventino gender neutral”, aggiunge Margherita.

La certificazione, che ha una validità di tre anni e sarà soggetta a monitoraggio annuale, attesta che l’azienda è conforme ai requisiti definiti per garantire un sistema realmente inclusivo che rispetti la diversità di genere sul posto di lavoro, sulla base di dati e obiettivi misurabili. La valutazione è stata realizzata sulla base di sei indicatori: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità retributiva di genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

“Insieme a HR, Talent Acquisition, Public Policy, PR e Legal, sono stati mesi intensi in cui abbiamo avuto l’opportunità di riflettere su molti aspetti della nostra azienda che noi internamente diamo ormai come prassi acquisita, ma che esternamente non sono affatto scontati: a partire dal pacchetto di benefit offerto a tutti i nostri dipendenti, sin dal loro primo giorno di lavoro. Penso, in particolare, al congedo parentale esteso rivolto a tutte le coppie sposate, conviventi e di fatto che prevede fino a 6 settimane di assenza retribuita, per figli naturali e adottivi, alla copertura al 100% della maternità rispetto all’80% garantito dallo Stato, all’assicurazione sanitaria e all’assistenza medica privata”, conclude Margherita.

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