Casa è sinonimo di calore, affetto, solidarietà. In una parola: famiglia. “Una famiglia decisamente allargata nel nostro caso,” sorride Enrica Baricco, presidente di CasaOz, associazione Onlus di Torino che accoglie ogni giorno nella propria struttura bambini e ragazzi che affrontano la malattia, qualunque essa sia, e li sostiene assieme ai loro genitori. “Un aiuto che riguarda i diversi aspetti della vita quotidiana, offrendo quotidianità che cura e che si prende cura, a partire dai piccoli gesti,” spiega Enrica.

Normalità ritrovata

“Spesso mamme e papà vengono appositamente da un’altra città per far curare i figli presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, una delle strutture pediatriche d’eccellenza a livello mondiale. Queste famiglie hanno bisogno di un luogo per riposare, fare una doccia o anche solo mangiare un boccone in compagnia, facendo due chiacchiere, per distrarsi. Per chi abita a Torino, invece, le problematiche possono essere diverse: ad esempio, fratellini da andare a prendere a scuola e aiutare nei compiti, mentre la mamma è impegnata in reparto. La nostra missione è restituire a grandi e piccoli un po’ di normalità.”

Una storia a lieto fine

Un bimbo che dipinge su un foglio di carta a CasaOz

Lo sa bene Enrica, che ha vissuto sulla propria pelle la malattia in famiglia. “Quando aveva sei anni, mia figlia si è ammalata di una patologia rarissima ed è stata in cura per mesi. Noi eravamo fortunati, pur nella difficoltà: avevamo vicino i nonni, che ci davano una mano con la gestione del nostro secondo figlio,” ricorda Enrica. “E, a Torino, ero comunque a casa mia, con una rete affettiva e di sostegno a disposizione. Non per tutti è così, e me ne sono resa conto con i miei occhi in quel periodo in ospedale. Per questo ho deciso di provare a restituire agli altri un po’ della fortuna che abbiamo avuto noi.”

Un luogo fisico e un luogo del cuore

Una volta superata la malattia della figlia, che oggi ha 25 anni ed è in ottima salute, Enrica ha iniziato a pensare, coinvolgendo alcuni amici, a un’associazione “che fosse insieme un luogo fisico, con il sapore di una casa, e un luogo del cuore dove bambini e genitori potessero ricevere gli abbracci, il calore e il sostegno di una vera famiglia.”

CasaOz nasce nel 2007: “Oz perché, come nel racconto Il mago di Oz, la malattia è un viaggio attraverso un regno misterioso, in cui si alternano personaggi e sentimenti diversissimi.” Ma non bisogna mai perdere la speranza di un lieto fine. “Io ho rivoluzionato la mia vita per inseguire il sogno di CasaOz: facevo l’architetto e ho mollato lo studio per buttarmi mani e piedi in questa sfida. Colleghi e amici all’inizio hanno storto il naso: sei matta?” Aveva ragione Enrica: oggi CasaOz accoglie 600 persone ogni anno, offrendo più di 500 laboratori creativi e 75.000 ore di supporto.

“In questi oltre 12 anni sono state tantissime le famiglie che abbiamo aiutato, da tutto il mondo. Una volta sono arrivati dalla Cina una mamma e un bimbo che non parlavano una parola né di italiano né di inglese. Abbiamo comunicato a gesti. Spesso uno sguardo e una carezza sono più eloquenti di mille discorsi.”

Un settembre tutto d’oro

Cartello di benvenuto presso il centro logistico Amazon di Torrazza Piemonte in occasione di Amazon Goes Gold

“Per questo mi è piaciuta Amazon: poche parole e molti fatti,” spiega Enrica. CasaOz, infatti, è stata scelta dal programma Amazon Goes Gold, un’iniziativa globale a sostegno della lotta contro il cancro infantile, per una speciale donazione sotto forma di ‘lista dei desideri’. Non denaro, ma oggetti utili per CasaOz, per un valore complessivo di 25.000 euro. Per rendere gli ambienti sempre più funzionali all’accoglienza e alla ‘quotidianità che cura’, e per contribuire a MagazziniOz, progetto di formazione professionale per giovani con disabilità o patologie invalidanti. Madrina della donazione, che si è svolta nel centro di distribuzione Amazon di Torrazza Piemonte, l’inarrestabile Luciana Littizzetto, da anni volto delle campagne a sostegno della Onlus: “Non è vero che non si può fare. Non è vero che tanto non cambia nulla. Ogni movimento di cuore cambia. Magari non subito, forse non completamente, ma è sempre una cosa buona,” commenta Luciana. “Gli abbracci hanno tante forme. CasaOz è una di queste”.

Due bimbe studiano a CasaOz

Lanciato per la prima volta nel 2017 negli Stati Uniti, il progetto Amazon Goes Gold prevede una serie di attività che coinvolgono dipendenti e clienti in una maratona di solidarietà durante il mese di settembre, dedicato alla sensibilizzazione sul cancro infantile: dalle donazioni in denaro e prodotti ad ospedali e associazioni di beneficenza, a uno speciale packaging per gli acquisti con fiocco dorato, fino al PJammin Day, una giornata in cui tutti i dipendenti di Amazon nel mondo possono andare al lavoro vestiti in pigiama in segno di solidarietà con i bambini e i ragazzi che lottano contro la malattia, e che in pigiama possono trascorrere mesi o addirittura anni.

“Di Amazon mi è piaciuta questa enorme umanità. Con noi hanno bussato, si sono mossi per primi e sono entrati in punta di piedi,” racconta Enrica. Sogni? “Che la struttura rimanga aperta 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. Al momento non abbiamo abbastanza personale per riuscirci, ma io sono ottimista, ce la faremo.” L’ottimismo è un obbligo da queste parti: “Lo dobbiamo a tutti i nostri ragazzi.”