Nascosti sotto il completo elegante, Giulio ha due grandi tatuaggi: una geisha che va da metà della gamba all’ascella e un disegno maori, sulla spalla, che rappresenta il dio del vento e del mare, fatto dopo un viaggio in Nuova Zelanda, a caccia delle onde più belle con il surf, la sua passione. “Non se lo aspetta nessuno quando mi vede in tenuta da lavoro. Ma io sono così: quello dei tattoo e quello del completo elegante”, dice. Giulio Boldetti, 32 anni, è uno che di abiti se ne intende: contitolare dell’Atelier Boldetti di Torino con il padre Giorgio, in lui convivono imprenditoria e capelli lunghi, tradizione e guizzo, business e fantasia.

Un amico mi aveva parlato di Amazon, della vetrina Made in Italy. Sapevo che si trattava di un’occasione unica, ma mio padre era scettico. Così ho fatto come si fa quando c’è un onda che arriva: non puoi avere paura e fermarti a pensare, devi cavalcarla
Giulio Boldetti, proprietario dell’Atelier Boldetti.

L’infanzia tra le stoffe, i bottoni e i fili colorati
“Sento di essere il tramite tra passato e futuro della mia azienda”, racconta. “L’Atelier è stato fondato a Torino da mio padre nel 1973, che ha riconvertito un antico laboratorio sartoriale. Ha cominciato producendo camicie e abiti su misura per donna, poi ci siamo allargati all’uomo”. Giulio è cresciuto in mezzo ai tessuti. “La mia scuola elementare è a meno di 100 metri dalla sartoria. Dopo le lezioni venivo sempre qui con papà. Passavo i pomeriggi tra stoffe, bottoni e fili colorati, il rumore delle macchine da cucire come colonna sonora”. Un luogo magico, dove creare mille storie fantastiche, sotto lo sguardo complice delle sarte, concentrate a confezionare giacche e camicie, pantaloni e gonne, l’outfit di una certa Torino, raffinata e discreta. “Oggi nell’atelier lavorano otto impiegate, tra modelliste, tagliatrici e sarte. Alcune di loro sono con noi dall’inizio, hanno un rapporto materno con me”. Una in particolare: Domenica, detta Savina. “Aveva 18 anni quando sono nato e mio padre le chiedeva spesso di farmi da baby sitter. Ho imparato a camminare con lei, in laboratorio. Un pomeriggio piangevo e non sapeva come consolarmi, mi ha messo a terra e via, un passetto alla volta ho preso a camminare”.

“Ho cominciato dalla gavetta, facendo il fattorino”
Da quel momento ne ha fatta di strada Giulio. “Finito il liceo ho capito subito che avrei voluto lavorare con mio padre. Ho cominciato dalla gavetta, facendo il fattorino”. Poco alla volta le responsabilità aumentano: Giulio passa a fare il rappresentante e poi alla sezione acquisti, ai fornitori. Tra gli aspetti più delicati della conduzione di un atelier. “Scegliamo le stoffe migliori, che arrivano dal bacino tessile di Milano, Como e Gallarate, riconosciuto a livello internazionale. Lo stesso per bottoni, filati, stampe”. Niente viene lasciato al caso e l’Atelier Boldetti si fa un nome per la qualità dei materiali, la precisione delle linee, il taglio sartoriale, le cuciture fatte rigorosamente a mano. “Seguiamo il prodotto dall’inizio alla fine: disegno, cartamodello e confezionamento”. Sotto la supervisione di papà Giorgio, il fondatore. “Siamo legatissimi, ma ogni tanto ci scanniamo”.

Due uomini sono seduti fianco a fianco su uno scalino all'ingresso di un palazzo. A sinistra Giorgio Boldetti, e accanto a lui Giulio Boldetti, 32 anni, entrambi proprietari dell’Atelier Boldetti di Torino.

Lo store Made in Italy, una vetrina sul mondo
Perché Giulio scalpita. Vuole portare in azienda il nuovo. “Un amico mi aveva parlato di Amazon, dello store Made in Italy. Sapevo che si trattava di un’occasione unica, ma mio padre era scettico. Così ho fatto come si fa quando c’è un onda che arriva: non puoi avere paura, devi cavalcarla”. Atelier Boldetti sbarca in Amazon due anni fa, con una linea creata in esclusiva per gli acquirenti, che viene consegnata a casa in un raffinato packaging di lino. Camicie sagomate per lui, in fantasia o tinta unita, gonne midi e abiti chemisier per lei. Ma anche portacarte realizzati dal polsino di una camicia, l’Eau de Parfum ‘Cachemire’ e ‘Seta’, foulard e fazzoletti da taschino. Sempre rimanendo fedeli ai valori dell’Atelier Boldetti: artigianalità, tradizione, qualità. Parole chiave dello store Made in Italy di Amazon. Inaugurata nell’ottobre del 2015 e oggi presente in Europa (Italia, Inghilterra, Germania e Francia), Stati Uniti e Giappone, questa vetrina raccoglie il mondo dell’eccellenza dei prodotti italiani, spaziando tra food, design, arte, gioielleria e abbigliamento e molto altro ancora, con un’offerta di oltre 50 mila prodotti, realizzati da 500 artigiani. Ci sono il tavolo in ginepro centenario frutto dell’abilità dei falegnami sardi e l’olio umbro delle colline tra Assisi e Spoleto, le maschere veneziane e le coloratissime ceramiche del salernitano. Un matrimonio tra hi-tech e i manufatti migliori del nostro Paese, una vetrina che permette a piccole realtà locali di avere finalmente una voce on line ed essere conosciute e vendute nel mondo.

Una multinazionale tra velocità e umanità
“Grazie al negozio Made in Italy abbiamo avuto immediatamente un’enorme visibilità. Ora vendiamo e veniamo acquistati in molti Paesi europei. La soddisfazione è stata enorme. Avevamo le potenzialità ma Amazon ci ha aiutati a ingranare la quinta. Adoro la velocità e insieme l’umanità di Amazon: è una grandissima azienda, una multinazionale che opera veramente su scala globale ma tu hai a che fare sempre con persone”. Obiettivi per il futuro? “Espandere ancora di più il nostro mercato, grazie al supporto di Amazon e ai suoi sistemi di logistica, rimanendo fedeli ai nostri valori dell’artigianalità e dell’eccellenza. E poi sogno un altro scudetto: sono uno juventino sfegatato”.