Quanti ragazzi sognano di poter trascorrere le ore lavorative giocando al proprio videogame preferito? Per i piacentini Francesco Ficarelli e Matteo Nicolotti, fondatori dello studio HeartBit Interactive, il sogno è diventato realtà: già appassionati gamer, con talento e determinazione sono riusciti a diventare sviluppatori indipendenti di videogiochi in grado di entusiasmare centinaia di migliaia di utenti.
Le persone considerano i giochi come un hobby, ti chiedono 'Ok, ma di lavoro cosa fai?'. Poter replicare 'Faccio giochi, da mattina a sera' è una grandissima soddisfazione.
Con l'aiuto degli amici
Tutto inizia nel 2008 quando Francesco, studente di fisica, inizia a sviluppare giochi di ruolo per PC nel tempo libero. "Avevo realizzato una piccola avventura e l'avevo mostrata al mio gruppo di amici. La prima reazione fu di disappunto: 'E noi dove siamo? Se non siamo presenti nel gioco non lo proviamo'. E non lo provarono! Me la legai al dito." Detto, fatto: Francesco li prende in parola e li trasforma nei quattro improbabili protagonisti di un nuovo gioco, una parodia delle classiche avventure fantasy: Doom & Destiny. "I miei amici hanno provato il gioco, se ne sono innamorati e mi hanno obbligato a completarlo", racconta Francesco.
Doom & Destiny (D&D) inizia a diffondersi e riscuotere successo all'interno dei circuiti indipendenti. "Sono stati i miei amici a presentarmi Matteo, molto più esperto di me in fatto di programmazione; il gioco piaceva e hanno pensato che se fossimo riusciti a ricavarne qualche soldo avremmo potuto pagare da bere per tutti al bar."
È così che, nel 2010, Matteo e Francesco decidono di tentare la strada della pubblicazione. "Abbiamo affittato uno stanzone, rifatto i pavimenti e acquistato quattro tavoli al mercato; poi ci siamo messi a lavorare a tempo pieno sul gioco."
Un anno dopo HeartBit vince con D&D il concorso legato all'evento Summer Uprising, un'iniziativa amatoriale, ma di portata globale, dedicata al lavoro degli sviluppatori indipendenti di tutto il mondo. La vittoria consente loro finalmente di pubblicare il gioco, che adattano anche per PC e smartphone, e di partecipare a fiere e convegni incontrando altri fan e professionisti del settore.
È nel corso di uno di questi eventi che HeartBit entra in contatto con Amazon. "All'inizio ci hanno supportati con un lancio gratuito in Italia. Non conoscevamo bene l'ambiente Kindle e ignoravamo quanto fosse diffuso. I risultati sono stati ottimi", racconta Francesco, "ma la vera svolta è arrivata quando abbiamo lanciato l'app a livello internazionale: in un solo giorno abbiamo aumentato del 20% la base dei nostri utenti. Nei grafici era come una sorta di Everest che svettava sui dati precedenti. Eravamo abituati a cifre basse, ma con Amazon siamo arrivati fino a 100.000 download in un giorno, oltretutto per un prodotto tutto sommato di nicchia. È stata un'incredibile opportunità e un enorme traguardo personale".
Giochi da mattina a sera
Il successo di Doom & Destiny permette a Francesco e Matteo di continuare ad investire nello sviluppo di nuovi videogame e di partecipare a diversi progetti di collaborazione con altri studi; attualmente il portafoglio di HeartBit Interactive ha all'attivo quattro giochi, e l'attesissimo seguito di D&D è in cantiere. "All'inizio HeartBit era costituito solo da Matteo e me", racconta Francesco. Poi, nel corso del viaggio, abbiamo incontrato tanti ragazzi che hanno iniziato a collaborare con noi. Oggi abbiamo almeno sei persone che lavorano al seguito di D&D."
Per i ragazzi è la realizzazione di un sogno. "Quando raccontiamo di riuscire a vivere del nostro lavoro, spesso riceviamo in risposta sguardi increduli. Le persone considerano i giochi come un hobby, ti chiedono 'Ok, ma di lavoro cosa fai?'. Poter replicare 'Faccio giochi, da mattina a sera' è una grandissima soddisfazione."
Rispetto agli esordi, Francesco sente di aver percorso molta strada: "Beh, i tavoli sono rimasti quelli del mercato", ride, "ma renderci conto di ciò che siamo riusciti a realizzare ci aiuta a continuare a crederci. La cosa più bella, comunque, rimane vedere che le persone si divertono con il nostro gioco. Perché, in fin dei conti, alla base della nostra passione c'è la voglia di intrattenere, di far giocare condividendo lo stesso entusiasmo che ci accomuna."