Ci sono giocattoli che attraversano le generazioni e divertono bambini di ogni età, anche quelli ormai cresciuti. Aeroplanini, forme ad incastro e chiodini multicolori sono classici senza tempo che invitano a scatenare la fantasia e che, nel nuovo millennio, trovano posto sugli scaffali accanto alle ultime meraviglie elettroniche.
Quercetti S.p.A, fabbrica di giocattoli torinese, non è certo rimasta a guardare il diffondersi della tecnologia nel mondo dei passatempi per i più piccoli: dal 1951 l'azienda produce giocattoli formativi di qualità e cavalca l'onda dell'innovazione, esportando l'eccellenza italiana in tutto il mondo. Ora anche tramite il web.
Nel canale online il contatto con il pubblico è immediato, e questo rende più semplice proporre ai consumatori anche i prodotti più innovativi. Spesso i commenti dei clienti sono sorprendenti.
Una storia lunga 60 anni
Quando parla dell'azienda fondata dal padre, la voce di Stefano Quercetti si scalda d'orgoglio. Insieme ai fratelli Alberto e Andrea rappresenta la seconda generazione imprenditoriale alla guida dell'attività.
"L'azienda nasce nel ‘51 quando mio padre, ex pilota di caccia, ha dovuto inventarsi un lavoro dopo la guerra. Ha iniziato la sua carriera come operaio in una piccola ditta di giocattoli, diventando rapidamente progettista capo e scoprendo in sé la passione per questo settore. Qualche anno dopo ha deciso di fondare la propria attività", racconta. "È stata una buona scelta."
Anni dopo anche Stefano, come i suoi fratelli, sceglie di cercare la propria strada all'interno dell'azienda di famiglia dopo essersi laureato in ingegneria elettronica: "In questo modo avrei avuto la possibilità di diventare un imprenditore: chi avrebbe potuto insegnarmelo meglio di mio padre, un uomo che si era fatto da solo?". Inizia così a fare esperienza in tutti i settori produttivi per comprendere a fondo i diversi processi.
Giochi per crescere
"Nel nostro stabilimento vicino a Torino ci occupiamo dell'intero ciclo produttivo, dall'ideazione di nuovi modelli alla distribuzione nei punti vendita. Quando testiamo i prototipi dei nuovi giochi torniamo tutti bambini!", sorride.
"Realizzare giocattoli, da un punto di vista tecnico, non è molto diverso dal produrre bulloni: il procedimento industriale è identico. La vera magia è nella finalità del prodotto: attraverso il gioco i bambini hanno la possibilità di divertirsi e, al tempo stesso, sviluppare le proprie capacità logiche e cognitive, crescere e fare esperienza del mondo. Avere un ruolo in tutto questo è un vero privilegio per noi."
Un nuovo canale
"Tradizionalmente, prima di raggiungere le mani di un bimbo un giocattolo passa attraverso i negozi al dettaglio o la grande distribuzione", spiega Stefano. A partire dagli anni 2000 anche il mondo dei giochi si apre al canale online, e Quercetti non fa eccezione: nel 2011 inaugura un sito proprio, che funge da negozio e da catalogo permanente. "Per noi è come un biglietto da visita", commenta Stefano. "La vendita non è mai stato lo scopo principale del sito".
Per il commercio vero e proprio i fratelli Quercetti esplorano altre piattaforme, approdando nel 2012 su Amazon.it. "Abbiamo iniziato con un test nel periodo natalizio e siamo rimasti sorpresi dall'apprezzamento diretto dei nostri prodotti da parte dei clienti di Amazon. L'esperienza ci è piaciuta moltissimo e abbiamo deciso di continuare." A due anni di distanza, il canale Amazon rappresenta il 7,5% delle vendite di Quercetti e le prospettive per i prossimi mesi sono di oltrepassare ampiamente il 10%.
Stefano continua: "Nella vendita sul web non ci sono intermediari, non conta la posizione sullo scaffale. Nel canale online il contatto con il pubblico è immediato, e questo rende più semplice proporre ai consumatori anche i prodotti più innovativi. Spesso i commenti dei clienti sono sorprendenti. Penso che le potenzialità di questo canale siano ancora tutte da esplorare: per un'azienda come la nostra è un ponte verso il futuro".
Giocattoli tradizionali 2.0
Vendere giocattoli tradizionali su Internet: una contraddizione? "I nostri sono giochi classici, alimentati solo grazie all'energia del bambino: le emozioni nascono dal contatto diretto, senza la mediazione dell'elettronica" spiega Stefano. "Questo non significa essere contrari alle nuove tecnologie: è importante fare esperienza di entrambi gli aspetti, senza mai perdere il contatto con la realtà. E ricordando sempre che lo scopo di un gioco è divertire."
Resta una curiosità: qual è il giocattolo preferito di Stefano Quercetti? "Il mitico chiodino, un gioco molto semplice che ci ha resi famosi da quando è stato commercializzato nel 1953. Da allora è stato sviluppato in tantissime versioni. L'ultima è Pixel Art, chiodini minuscoli che, con soli sei colori, permettono di riprodurre qualsiasi immagine, anche una foto o un'opera d'arte". Un'immagine perfetta dell'incontro fra la tradizione e l'universo digitale delle nuove generazioni.