Quando abbiamo annunciato lo scorso anno il Climate Pledge, il nostro impegno per il clima, abbiamo preso una direzione coraggiosa per ottenere un risultato ambizioso: il raggiungimento di zero emissioni nette di carbonio da parte di Amazon entro il 2040, dieci anni prima di quanto previsto dall’Accordo di Parigi. La sfida sembrava ardita, ma ci siamo impegnati ad adottare standard più severi e a far leva sulla nostra passione, oltre che sulle dimensioni e sulla scala raggiunta dalla nostra azienda, per avere un impatto significativo nell’ambito delle iniziative legate al cambiamento climatico. Non è stato facile; il 2020 ci ha costretto ad affrontare difficoltà inaspettate, dalla pandemia COVID-19 alla dura presa di coscienza sulle discriminazioni razziali. Mentre facciamo i conti con queste difficili circostanze, siamo fermamente determinati a continuare a far fronte all’altra crisi che incombe su di noi: quella climatica. Abbiamo mantenuto la rotta nel nostro impegno verso il Climate Pledge, e l’abbiamo messo al primo posto fra le nostre priorità in relazione a tutte le attività di Amazon. Incoraggiamo anche altre aziende a unirsi a noi e portare avanti questa lotta contro il cambiamento climatico. Dopotutto non possiamo farcela da soli; le aziende, i governi e gli individui dovranno unire le forze per risolvere questa crisi urgente e immediata.
È per questo motivo che siamo entusiasti di annunciare che Verizon, Infosys e Reckitt Benckiser (RB) hanno sottoscritto il Climate Pledge, unendosi ad Amazon nell’impegno a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi con dieci anni di anticipo e assumendo una posizione di leadership nell’affrontare la crisi climatica fin da subito.
Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, ha annunciato oggi la notizia in un post su Instagram.
Aderendo al Climate Pledge e accettando di eliminare le emissioni di CO2 in tempi più rapidi, questi firmatari manderanno al mercato un segnale importante, che darà luogo a una nuova ondata di investimenti e allo sviluppo di innovativi prodotti e servizi a basse emissioni, indispensabili per rispettare gli impegni presi. Ogni firmatario sta attivando diversi programmi di rilievo nel proprio percorso verso le zero emissioni nette di CO2.
“Con l’aggravarsi della crisi climatica, più aziende dovranno prendere sul serio la questione e mettersi in gioco per raggiungere la decarbonizzazione a un ritmo più serrato” ha dichiarato Christiana Figueres, ex responsabile dell’ONU per il cambiamento climatico e partner fondatrice di Global Optimism. “I firmatari si stanno impegnando a seguire una tempistica serrata, che sposterà l’ago della bilancia nella corsa contro il tempo per arrestare il continuo riscaldamento del nostro pianeta. Iniziative come questa ridurranno le emissioni e rallenteranno i danni già fatti, ma dobbiamo agire adesso”.
Verizon è sulla buona strada per essere carbon-neutral con riferimento alle cosiddette emissioni “scope 1” e “scope 2” entro il 2035, e ha emesso un Green Bond da un miliardo di dollari da investire in soluzioni innovative per accelerare i propri sforzi orientati alla sostenibilità. Tali iniziative comprendono alimentare le proprie attività mediante energia proveniente per il 50% da fonti rinnovabili entro il 2025 e la stipula di nuovi VPPA (accordi di acquisto di energia virtuale) per oltre 380 MW di nuova capacità basata su energia solare ed eolica.
“Il cambiamento climatico rappresenta una sfida globale che ha un impatto su noi tutti, ed è per questo che abbiamo ritenuto essenziale aderire al Climate Pledge” ha dichiarato Hans Vestberg, CEO di Verizon. “Lasciare alle generazioni future un mondo più pulito è uno dei nostri valori fondamentali come azienda responsabile. Per noi di Verizon non si tratta solo di ridurre la nostra impronta di carbonio. Attraverso le nostre tecnologie e le nostre reti, stiamo sviluppando soluzioni innovative per i clienti, incrementando le efficienze e potenziando la resilienza in ogni parte della nostra azienda e nelle comunità di cui siamo al servizio”.
RB sta adempiendo rapidamente all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, riducendo del 65% le emissioni di CO2 da parte delle sue sedi e alimentando le proprie attività con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili entro il 2030, con l’ambizione di raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, cioè dieci anni prima dell’obiettivo globale fissato per il 2050. L’impegno che sottoscrive oggi rappresenta un ulteriore sviluppo delle azioni positive che ha compiuto per far fronte al cambiamento climatico a partire dal 2012, compresa la riduzione del 42% delle emissioni di gas in ambito manifatturiero e la riduzione del 17% dei suoi consumi idrici.
“Il cambiamento climatico richiede azione da parte di tutti” ha detto Laxman, CEO di RB. “Insieme a partner impegnati come Amazon, lavoreremo per trovare soluzioni innovative per un futuro a basse emissioni di CO2, per contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C e per creare un mondo più sano e più pulito. Abbiamo già ridotto del 42% le emissioni di gas serra in ambito manifatturiero dal 2012, e faremo di più trasversalmente alle nostre attività, alla catena del valore e ai nostri prodotti a supporto di questo impegno. RB è fiera di unirsi ad Amazon, a Global Optimism e ad altre aziende per combattere il cambiamento climatico e lavorare sul Climate Pledge”.
Amazon ha un'opportunità straordinaria di contribuire alla decarbonizzazione dell'economia. Impegnarsi a fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni basato su dati scientifici è un passo estremamente positivo
Infosys si è impegnata di sua spontanea volontà nel 2011 a raggiungere lo status di carbon-neutral, molto tempo prima dell’Accordo di Parigi, ed è sulla buona strada per farlo ben prima del 2040. Infosys ha già investito in 60 MW di capacità solare fotovoltaica vincolata, quasi il 45% dell’elettricità che usa proviene da fonti rinnovabili e si è presa l’impegno di arrivare al 100% di energia rinnovabile. Inoltre segue un programma di efficienza energetica di grande successo che l’ha aiutata a ridurre il suo consumo pro capite di energia del 55% dal 2008. Nell’ambito del suo percorso verso la sostenibilità, Infosys ha realizzato investimenti significativi in diversi progetti locali volti alla riduzione delle emissioni, per contribuire al raggiungimento del suo obiettivo delle zero emissioni nette di CO2. Questi progetti non solo fanno fronte al cambiamento climatico, ma oggi danno anche benefici a più di 100.000 famiglie, contribuendo allo sviluppo socio-economico delle zone rurali dell’India.
“Infosys ha riconosciuto fin da subito che il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per il nostro pianeta, e si è resa conto di avere come azienda la responsabilità di attenuarne l’impatto compiendo una serie di passi concreti” ha dichiarato Salil Parekh, CEO e Managing Director di Infosys. “Eravamo convinti che la risposta alla crisi da parte delle organizzazioni globali avrebbe influito profondamente sul modo in cui il resto del mondo avrebbe sposato la causa. Di conseguenza ci siamo presi l’impegno di agire in merito al cambiamento climatico oltre dieci anni fa, e l’impatto sul clima e sull’ambiente da allora è un fattore importante che teniamo in considerazione nelle decisioni che prendiamo come azienda. Siamo soddisfatti di avviare una collaborazione con Amazon e Global Optimism nell’ambito dell’iniziativa del Climate Pledge, con l’obiettivo comune di lavorare in vista di un futuro a basse emissioni di CO2.”.
Inoltre, annunciamo che Amazon ha aderito alla Science Based Target Initiative (SBTi), un’iniziativa che chiama a raccolta le aziende affinché fissino obiettivi su basi scientifiche e potenzino il proprio vantaggio competitivo nel passaggio alla low-carbon economy. Ciò riafferma l’impegno di Amazon a ridurre le emissioni di CO2, in linea con l’approccio scientifico seguito dall’azienda per far fronte al cambiamento climatico. La SBTi è un’iniziativa nata dalla collaborazione tra CDP, il World Resources Institute (WRI), il World Wide Fund for Nature (WWF), e lo United Nations Global Compact (UNGC). È uno degli impegni presi dalla We Mean Business Coalition.
"L'annuncio di Amazon è molto incoraggiante. Essendo una delle più grandi e conosciute aziende al mondo, Amazon ha un'opportunità straordinaria di contribuire alla decarbonizzazione dell'economia. Impegnarsi a fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni basato su dati scientifici è un passo estremamente positivo" ha dichiarato Andrew Steer, Presidente e CEO del World Resources Institute e membro del Consiglio Direttivo di SBTi. "Amazon e tutte le aziende che hanno aderito al Climate Pledge dovrebbero ora fissare obiettivi di emissioni molto ambiziosi, in linea con l’approccio scientifico per affrontare il cambiamento climatico, e monitorare i progressi verso tali obiettivi. Ci congratuliamo con Amazon e con le altre principali aziende che prevedono di ridurre le emissioni di gas serra a zero prima che sia troppo tardi".
“Accogliamo con grande piacere l’impegno di Amazon a raggiungere un obiettivo fissato su basi scientifiche” ha dichiarato María Mendiluce, CEO della We Mean Business Coalition. “Le aziende in tutto il mondo stanno prestando ascolto alla scienza e si stanno impegnando a prendere iniziative coraggiose in relazione al cambiamento climatico. Così facendo, garantiscono la propria crescita e competitività a lungo termine. L’impegno di Amazon a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040 stimolerà indubbiamente l’innovazione di cui abbiamo bisogno per accelerare il passaggio a un’economia zero-carbon”.
Amazon si è impegnata ad alimentare le proprie attività con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili entro il 2030 (e potenzialmente già dal 2025), oltre a continuare a sforzarsi di rendere gli imballaggi che usa più sostenibili e facili da riciclare attraverso programmi come il Frustration-Free Packaging e Amazon Second Chance. Per esempio, Amazon India di recente ha esteso la Spedizione senza Imballaggio a oltre 100 città per proseguire nel suo impegno a ridurre i rifiuti legati agli imballaggi. Grazie a questa iniziativa, oltre il 40% degli ordini dei clienti sono spediti oggi dalla sua rete logistica senza imballaggi ulteriori.
Amazon sta anche investendo 100 milioni di dollari in diversi progetti di rimboschimento a livello globale attraverso il Right Now Climate Fund. Nell’aprile 2020 Amazon si è presa l’impegno di investire 10 milioni di dollari per salvaguardare, ripristinare e supportare soluzioni sostenibili per il rimboschimento e la salvaguardia della fauna selvatica dell’intera catena dei monti Appalachi, finanziando due innovativi progetti in collaborazione con The Nature Conservancy. Inoltre, Amazon nel maggio 2020 ha annunciato il primo progetto del suo Right Now Climate Fund al di fuori degli Stati Uniti: ha stanziato 3,75 milioni di euro (4.07 milioni di dollari) per il programma Urban Greening in Germania, che utilizza soluzioni naturali per aiutare le città a resistere meglio ai cambiamenti climatici.
L’anno scorso Amazon ha annunciato di aver ordinato a Rivian 100.000 veicoli elettrici per la consegna, l’ordine di veicoli elettrici per le consegne più grande mai realizzato; i primi furgoni cominceranno a consegnare i pacchi ai clienti nel 2021. Amazon ha in programma di mettere in circolazione 10.000 dei nuovi veicoli elettrici dal 2022, e tutti e 100.000 entro il 2030 — riducendo le emissioni di anidride carbonica di svariati milioni di tonnellate all’anno entro il 2030.
È significativo che aziende di questa portata stiano unendo le forze per prendere iniziative di rilievo riguardo al cambiamento climatico, e siamo solo all’inizio. Non vediamo l’ora di dare il benvenuto ad altre aziende disposte ad aderire al Climate Pledge; lavorare insieme è l’unico modo in cui possiamo fare davvero la differenza e far fronte alla crisi climatica globale una volta per tutte.