In casa Di Carlo il caffè è una faccenda di famiglia, transgenerazionale. “Ne va matta mia nonna Pierina, 87 anni, e apprezza anche mia figlia Elettra, di appena 2. Quando ho finito di bere la mia tazzina viene in braccio e me ne chiede un po’. Mentre l’altro figlio, Emanuele, 5 anni, è vivacissimo, mia moglie e io ci diciamo che si vede che ha respirato caffè fin dalla nascita”, racconta divertito Filippo Di Carlo, proprietario di Yespresso, azienda che produce capsule e cialde per caffè e bevande calde.

Sono un ex giocatore di basket, un player, ruolo per cui servono velocità e strategia. Caratteristiche che metto in campo ogni giorno anche nel mio lavoro. Ed è per questo che mi sono trovato bene subito con Amazon, parliamo la stessa lingua, siamo ottimi compagni di squadra
Filippo Di Carlo, amministratore delegato di Yespresso

Il sogno di fare l’imprenditore

Filippo, classe 1980, è un ragazzo alto con un sorriso caldo come la sua terra d’origine, la Sicilia. “Sono originario di Alcamo, in Sicilia. Mi sono trasferito a Milano finito il liceo per studiare Marketing. Dopo la laurea sono andato a lavorare per un’azienda d’abbigliamento a Torino, ma non era la mia strada. Fin da piccolo sognavo di fare l’imprenditore, avere un’azienda mia”. A fine del 2013, l’intuizione: l’Italia sta scoprendo le macchine per il caffè per uso domestico, perché non proporre capsule di alta qualità compatibili con le maggiori marche e con un prezzo concorrenziale? “Così nel 2014 fondo la Yespresso, a Segrate. Una start up minuscola: siamo io, mia moglie e tre dipendenti. Una specie di Davide contro i Golia delle grandi marche, ma ci abbiamo creduto”. Oggi, a distanza di 3 anni, l’azienda ha una crescita del fatturato del 50% annuo, conta dieci dipendenti, una quarantina di negozi in Italia, e offre una selezione di 10 tipi di capsule e 34 bevande che si possono ottenere con le classiche macchine. Dal cortado, il caffè ristrettissimo, al ginseng, dall’orzo alle tisane, l’ultima frontiera del business di Filippo. “Ma la nostra anima rimane il caffè. Mi occupo personalmente di scegliere le miscele giuste, per ottenere il caffè più buono, con una crema color nocciola e un sapore deciso e profumato. Deve, prima di tutto, piacere a me”.

Una sapiente miscela di aromi

Filippo è un super esperto di aromi. “Quando sono a cena dagli amici e mi offrono il caffè mi prendono bonariamente in giro perché sembro il tipo di quella vecchia pubblicità del whiskey, quello che riusciva a riconoscere il sapore del distillato anche con una benda sugli occhi. Però è così: capisco un caffè al primo sorso”. Filippo assaggia parecchie miscele al giorno, a caccia del mix perfetto. “Di norma in una giornata bevo tre caffè per piacere personale. E altri tre invece sono per lavoro. Tutti rigorosamente senza zucchero, che uso solo fuori casa o all’estero, quando il sapore non è il massimo. Il peggiore? Me lo ricordo ancora, l’ho bevuto nell’Est Europa. Se devo immaginare l’Inferno è questo: un caffè lungo, leggero, senza crema. Mi piace viaggiare ma ogni volta è un dramma”, scherza.

Primo piano di due mani femminili che reggono una tazzina di caffè in vetro. Sulla tazzina si intravede il logo 'Yespresso'. La donna, di cui non si vede il volto, indossa una canotta bianca, ha due anelli su entrambi gli anulari e lo smalto rosso. La sua mano sinistra regge la tazzina, mentre con la destra gira il caffè con un cucchiaino.

Dentro la fabbrica dei sogni

Alcune trasferte sono però irrinunciabili. “Ho visitato il centro logistico di Amazon di Castel San Giovanni, a Piacenza, in un tour organizzato per noi venditori. Mi è sembrato di tornare bambino, di entrare nella Fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Mai mi sarei aspettato una struttura del genere, di questa dimensione e organizzazione. Sono rimasto scioccato dalla quantità di merce presente, e poi dallo stoccaggio random dei prodotti negli scaffali. Lo staff mi ha spiegato che serve per trovare più facilmente gli oggetti da spedire, perché balzano subito agli occhi degli addetti. Mi devo ancora riprendere: vengo dall’educazione di mia madre, insegnante, per la quale ogni cosa ha il suo posto e c’è un posto per ogni cosa”. Le sorprese per Filippo non sono finite con la visita a Castel San Giovanni. Al suo primo Prime Day, lo scorso 10 e 11 luglio, la sua Yespresso ha avuto un boom di vendite, raggiungendo 2 mila nuovi clienti. “È stata una sorpresissima, al di sopra di ogni aspettativa. Con Amazon è stato un colpo di fulmine, mi è subito piaciuta l’ossessione per il cliente, la rincorsa al servizio migliore e non al prezzo più basso e l’organizzazione scientifica”.

Il successo è un gioco di squadra

Yespresso si affida ad Amazon fin dalla sua fondazione. “Ero un cliente e ho notato, quando facevo i miei acquisti, il link sotto al prodotto che invitava a diventare a propria volta venditori. Mi sono buttato: ho ingranato subito, con un + 10% nel fatturato”. All’epoca Filippo vendeva e spediva la merce, in un secondo momento invece affida la logistica ad Amazon, aderendo al programma Prime. “Ed è stata la svolta: un più 30% secco, con vendita di 400 prodotti al giorno in tutta Europa e un’impennata nella notorietà del brand”. Filippo è un ex giocatore di basket professionista, ha militato per anni in serie C, come player. “Un ruolo per cui servono velocità e strategia. Caratteristiche che metto in campo ogni giorno anche nel mio lavoro. Ed è per questo che mi trovo bene con Amazon: parliamo la stessa lingua, siamo ottimi compagni di squadra”.