Francesco Magini, romano e romanista, come ci tiene a precisare, ha 38 anni e una risata che è un marchio di fabbrica: spontanea, aperta, contagiosa. Francesco in Amazon è responsabile del Kindle Store per l’Europa. “Mi occupo della vendite e del marketing del Kindle Store, il negozio di libri digitali da leggere tramite il nostro lettore o la nostra app Kindle. Faccio in modo che i clienti che hanno un lettore o una app Kindle trovino libri interessanti, e a un prezzo adeguato”, spiega. Il suo è un ruolo speciale: è un manager che tratta di libri, qualcosa che non ha solo a che vedere con i numeri. “Ne sono orgoglioso. Stiamo contribuendo ad accrescere l’amore per la lettura, in un formato non tradizionale. In un’epoca di continue distrazioni, tra i social network, il messaggino o la mail, è sempre più difficile leggere. Il Kindle è la risposta”.

Le potenzialità contano più del curriculum

E pensare che Francesco da piccolo voleva fare il veterinario. “Da sempre amo la natura, ma con il tempo mi sono appassionato alla matematica”. Numeri che lo portano al liceo scientifico prima e alla laurea in Ingegneria delle telecomunicazioni poi. “Ma ero un nerd atipico, non uno di quelli che stanno ore sui libri. Studiavo e andavo bene, però avevo anche un sacco di interessi: sport, viaggi, ragazze”. Dopo la laurea, Francesco trova lavoro in un’azienda di telecomunicazioni in Italia, dove si occupa di risk management.

Nell’estate del 2011 arriva a sorpresa la chiamata di Amazon per un colloquio in Lussemburgo. Cercano qualcuno che stabilisca i prezzi dei libri digitali per il Kindle. “La mia prima reazione: mah? Si parla di sei anni fa: Amazon in Italia la conoscevano in pochi, il Kindle era agli inizi. L’ho presa come una sfida: mi sono detto proviamo, andiamo a vedere di che cosa si tratta”. Francesco non si era mai occupato di prezzi per i libri, ne’ tantomeno quelli digitali. “Non avevo la benché minima esperienza nel settore. Il Kindle era un prodotto talmente nuovo che Amazon cercava qualcuno con un potenziale, più che con un curriculum specifico”. Un’autentica avventura, e per di più all’estero. “Avevo appena comprato un appartamento a Roma, i miei genitori hanno pensato fossi pazzo: lasciare il classico posto sicuro per andarmene chissà dove a fare chissà cosa. E io, a dispetto di tutto, mi sono lanciato”.

Ritratto a mezzo busto di Francesco Magini, responsabile del Kindle Store per l’Europa. L'uomo indossa gli occhiali da sole sulla testa e con il braccio sinistro tenuto in alto su di sè indica il muro alle sue spalle, ricoperto di impronte colorate di mani.

Da Roma al cuore dell’Europa

Il cambiamento, appena approdato in Lussemburgo, è enorme. “Venivo da un’azienda tradizionale e strutturata. Ad Amazon invece trovo la situazione opposta: team piccoli, che gestiscono tutto. Il primo giorno il mio capo mi chiede di fare una strategia di prezzo per il lancio del Kindle in due paesi in Europa. Mi spiazza, penso che mi ci vorrà un mese, dovrò parlare con un milione di persone. Invece avrei dovuto fare tutto entro una settimana, da solo. È stato uno choc culturale”. Francesco entra in contatto con una realtà da frontiera, “dove ogni giorno è diverso e le difficoltà si risolvono affrontandole”. Ha lo spirito giusto, e viene premiato: diventa prima responsabile del Pricing, poi capo del Product Management e poi su, fino a diventare responsabile del Kindle Store per l’Europa. “Altrove ci avrei messo 30 anni, in Amazon me ne sono bastati cinque”. Francesco ha le idee chiare su cosa faccia di un capo un buon capo: “Deve essere a disposizione della squadra e aiutarla a crescere. Paradossalmente, deve riuscire a rendersi inutile. Poi è importante circondarsi di persone più brave di te. Bisogna imparare ogni giorno, da tutti. E sapersi fare una risata”.

Un cambio di lavoro che è un cambiamento totale di vita. “Vivere in Lussemburgo, in un contesto internazionale, è un’esperienza incredibile. Nella mia squadra ci sono venti nazionalità diverse, bisogna avere una mentalità aperta, confrontarsi con altri modi di lavorare. Essere adattabili e ben provvisti di ironia. Ma l’arricchimento culturale è eccezionale: si impara a prendere il meglio da ogni punto di vista”. Anche se, ogni tanto, da buon italiano Francesco sente la nostalgia del cibo, del buon caffé e del sole: “Qui l'amatriciana non la sanno fare come a Roma”, ride. Che cosa ha imparato Francesco in questi cinque anni? “Che il duro lavoro viene premiato e che l’aereo, in stile Amazon, lo si costruisce mentre si è in volo”. Uno spirito che si accorda con il modo in cui affronta la vita: “Il mio motto è: nulla è impossibile per chi vuole veramente qualcosa”. E se si è capaci di farsi una risata, ancora meglio.