Giuseppe Tonani si muove svelto nel grande centro logistico di Amazon, a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Lavora qui da 4 anni e mezzo, ma conosce a memoria ogni angolo. E tutti conoscono lui e i suoi baffi sornioni. È allegro e benvoluto. “Ciao Beppe,” lo salutano i colleghi mentre fa il suo giro di manutenzione quotidiano. Lui risponde con un sorriso, fa l’occhiolino: “Ci si vede dopo, alla pausa caffè.” Finito il turno Giuseppe torna a casa dalla moglie Cinzia e dal figlio Marco. Abita a Codogno, a pochi chilometri da Lodi, nel verde. Gli piace occuparsi del giardino e appena può va a fare un giro in bicicletta, la sua passione.

Non è mai troppo tardi

Sto vivendo una seconda giovinezza: lavoro con persone che vengono da tutto il mondo, giovani che mi trattano come fossi un fratello maggiore. Ci confrontiamo, si parla di donne e calcio e si esce insieme la sera.
Giuseppe Tonani

Giuseppe, 64 anni, ha cominciato in azienda come packer, la figura che imballa la merce che poi verrà spedita ai clienti, per poi passare alla gestione delle scatole per fare i pacchi: in questi anni ha svolto diverse mansioni, di esperienza ne ha fatta. “Non è mai troppo tardi,” scherza lui. “Non è che uno alla mia età deve smettere di imparare, anzi. Mi piace mettermi alla prova.” Da qualche mese si occupa anche di attività di supporto alle linee di imballaggio. “Ho fatto l’elettricista per 40 anni, e in azienda mi hanno dato la possibilità di mettere in pratica le competenze di una vita.”

A Giuseppe piace cosa fa, ma anche come lo si fa. “Quello che apprezzo del mio lavoro è l’autonomia. Ognuno è responsabile per i propri obiettivi, non c’è il capo che ti sta addosso.” Ci sono fiducia e responsabilità, ci si dà del tu.

Rimettersi in gioco

“Venire a lavorare qui è stato come rinascere,” racconta. “Mi sono rimesso in gioco, sia come professionista, sia come persona. Confesso che all’inizio non sapevo neanche bene cosa si facesse in Amazon, non sono tanto pratico di Internet. Adesso sono migliorato, i miei colleghi insistono che mi apra un profilo sui social media, ma vedremo. Comunque quando mi hanno cercato mi sono detto: io vado e provo. Bisogna sempre provarci.” Giuseppe ha saputo ricominciare da zero. A causa della crisi, la ditta dove lavorava ha chiuso nel 2010 e lui è rimasto a casa, disoccupato, a 58 anni. “È stato un periodo nero. Cercavo un’occupazione e mi rispondevano sempre che volevano qualcuno di più giovane”.

A tutta grinta, verso una nuova sfida

Ma Giuseppe non perde la grinta e l’occasione arriva. Spedisce il curriculum ad Amazon, viene chiamato per un impegno temporaneo. Neanche sei mesi dopo, arriva la proposta dell’assunzione a tempo indeterminato. Una sana iniezione di autostima, che si è trasformata in una carica di energia. Giuseppe riparte: “Sentendomi dieci anni di meno sulle spalle e la voglia di imparare tutto.”

Come un fratello maggiore

“Sto vivendo una seconda giovinezza”, sorride Giuseppe. “Prima lavoravo sempre da solo, oggi ho più di mille colleghi. Persone che vengono da tutto il mondo, ragazzi dai 20 anni in su che mi trattano come fossi un fratello maggiore. Alcuni di loro sono diventati amici: ci confrontiamo, si parla di donne e calcio, qualche volta si esce insieme la sera. Anche se, alla terza volta che arrivavo alle quattro del mattino, mia moglie mi ha tirato le orecchie”. Il clima nel centro di distribuzione lascia spazio alla goliardia: “Ci prendiamo in giro spesso, io sono il re degli scherzi. Durante il viaggio di Obama in Italia, avevo sparso la voce che l’ex presidente sarebbe venuto in visita da noi e che servivano le bandierine di benvenuto. Qualcuno ha abboccato, ancora sghignazzo.”

In questi quattro anni e mezzo Giuseppe ha visto crescere il centro di distribuzione di Castel San Giovanni. “La struttura si è ampliata, oggi è enorme, sono arrivati nuovi macchinari e sono state assunte parecchie persone. Mi riempie d’orgoglio far parte di questo progetto dando il mio contributo.”Dopo due anni in azienda, a Giuseppe è stato proposto un avanzamento come responsabile del suo settore. “Ma ho rifiutato, volevo che quel posto andasse a un ragazzo.” È proprio così che si comportano i fratelli maggiori.