Se le chiedete qual è il suo talento, Barbara Coronella, 42 anni, Internal Communications Manager ad Amazon, non ha dubbi: “Traslocare. Nella mia vita avrò fatto una decina di traslochi, se non di più. Impacchettare e spacchettare, liberarmi del superfluo e ricominciare da capo in un altro luogo per me è la cosa più naturale del mondo.” Barbara, del resto, ha il cambiamento nel DNA: nata a Verbania, in Piemonte, da genitori liguri, ha vissuto su e giù per l’Italia, da Bergamo a Montecatini Terme, da Piacenza a Rovigo, solo per citare le tappe più significative.

Una vita in movimento


“Mio padre era un ingegnere chimico un po’ fumantino,” racconta Barbara divertita. “Ogni tanto arrivava a casa e ci diceva che voleva cambiare azienda, e nel giro di poco ci ritrovavamo in un’altra città.” Altra scuola, altri amici, altro dialetto, altre abitudini: un bell’impegno per una bambina. “L’ho vissuta come un’occasione. Ho sempre ringraziato i miei genitori per quest’infanzia movimentata, che mi ha regalato flessibilità e capacità di adattamento, oltre che una propensione a relazionarmi facilmente con gli altri. Tutte competenze che mi sono tornate utili nel mio percorso professionale.”

Un percorso straordinario, quello di Barbara, che ha cominciato a lavorare in Amazon come operatrice di magazzino. Oggi ricopre il ruolo di Internal Communications Manager per Operations, ovvero quel settore che riguarda tutte le attività di ricezione e distribuzione della merce in Amazon, ed è basata a Rovigo, nel centro di distribuzione Amazon di Castelguglielmo - San Bellino.

“Il mio compito è quello di supportare la comunicazione interna, cioè quella diretta ai dipendenti, fornendo ai colleghi tutte quelle informazioni utili alla loro vita lavorativa, dai temi legati alla sicurezza, all’inclusività e all’ambiente, fino alle possibilità di crescita in azienda,” racconta Barbara. “Lo facciamo attraverso newsletter, locandine, app dedicate che ricordano gli appuntamenti e campagne sui principali canali social. Non si tratta di semplice informazione, ma è un momento fondamentale di condivisione dei nostri valori aziendali, per capire dove stiamo andando, come lo stiamo facendo e perché.”

Una giornalista che non si arrende


Ma andiamo con ordine: prima di Barbara addetta alla comunicazione, prima di Barbara operatrice di magazzino, c’è un’altra Barbara, la giornalista. “Il lavoro dei miei sogni da bambina,” spiega. “Dopo le superiori mi sono iscritta a Scienze della Comunicazione. Ho trovato subito lavoro come cronista sportiva in un settimanale di Bergamo, per poi passare a un’emittente privata di Piacenza, una città che si è rivelata chiave nel mio percorso: qui ho incontrato Cristian, il mio futuro marito, e qui, anni più tardi, ho trasformato la mia carriera grazie ad Amazon.”

Prima di approdare ad Amazon, per dieci anni Barbara lavora come giornalista tv presso un’emittente privata, destreggiandosi tra servizi di cronaca nera, sport, cultura e politica. Tutto va a gonfie vele, finché, nel 2012, la crisi economica mondiale colpisce anche il settore dei media. Barbara viene messa in cassa integrazione con l’intera redazione. Pochi mesi dopo, l’emittente privata è costretta a lasciare andare i suoi giornalisti, lei compresa.

Anche suo marito, cronista freelance, perde il lavoro nello stesso periodo. “All’epoca avevamo poco più di 30 anni. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti: e ora cosa facciamo? Eravamo disorientati e spaventati: che volto avrebbe avuto il domani?”

Barbara e Cristian non si perdono d’animo e iniziano ad inviare curriculum a tutte le agenzie interinali della provincia. “Ci rispondevano che non avevano nulla per noi: per alcuni impieghi eravamo troppo qualificati, per altri invece non lo eravamo affatto. Noi non ci siamo arresi, abbiamo continuato a bussare a tutte le porte. Ero sicura che ce l’avremmo fatta.” Un’agenzia prende a cuore la loro situazione, e un giorno arriva la telefonata che aspettavano: Amazon cerca addetti al magazzino per il centro di distribuzione di Castel San Giovanni, appena fuori città.

Lavorare da Amazon: una nuova occasione


“Non me lo sono fatta ripetere due volte: quando ancora lavoravo come giornalista, avevo girato un servizio per l’inaugurazione del centro. Ero rimasta colpita dallo spazio, immenso, e dall’energia che si respirava. Mi ero chiesta come sarebbe stato lavorare lì.” Nel 2014, con uno di quei cambi di sceneggiatura che solo la vita sa scrivere, Barbara entra in Amazon come addetta alla ricezione della merce. Due mesi più tardi, tocca a suo marito.

“Ricordo benissimo il mio primo giorno in azienda, dedicato alla formazione. Ero molto emozionata perché per me era un mondo totalmente nuovo, pieno di termini in inglese e processi da imparare, ma i colleghi mi hanno messo a mio agio e fatta sentire a casa. Anche il responsabile si è dimostrato molto alla mano e mi ha chiesto di raccontargli la mia storia: chi ero, cosa facevo prima e come ero finita lì. Ho sentito di far parte di una famiglia.”

Un passo alla volta, sempre più in alto


Dopo la prima fase formativa Barbara è pronta a passare all’azione: “Ho cominciato dalla classica posizione di fronte al nastro trasportatore, nel ruolo di Receiver, ovvero la figura che riceve la merce, scansiona i prodotti e poi li riposiziona in contenitori specifici.” Di contratto in contratto, dopo appena nove mesi, arriva l’assunzione a tempo indeterminato. “Una grande soddisfazione in così poco tempo,” dice. Ma non le basta. Perché Barbara, inarrestabile, si appassiona all’analisi dei dati, le piace ragionare sui processi del magazzino, cercando nuove soluzioni. Dov’è la merce che non si trova? Perché non si trova?

Così, dopo due anni come Receive, diventa Team Lead, il collante tra gli addetti al magazzino e il manager. “Una posizione che adoravo, perché mi permetteva di affiancare le persone e seguirle nei processi per supportarle. In questo modo potevo anche dare sfogo alla mia dinamicità, quella propensione all’azione che è uno dei principi fondanti della nostra cultura aziendale e che mi ‘veste’ alla perfezione.”

Ma i cambi di direzione per Barbara non sono finiti: nel 2016 si apre una posizione nella squadra delle pubbliche relazioni. “Visti i miei trascorsi come giornalista, mi hanno proposto di fare il salto. Non nego di aver avuto qualche dubbio prima di accettare: stavo troppo bene in magazzino, non volevo rinunciare al mio ruolo. Poi, però, la mia indole nomade ha avuta la meglio e ho deciso di ‘traslocare’ in un altro ambito.”

Un cambiamento riuscitissimo. “Non ho neppure dovuto rinunciare al ‘mio magazzino’, anzi. Nel team PR mi sono dedicata ai tour nel centro di distribuzione, le visite guidate aperte al pubblico organizzate per far conoscere il mondo Amazon. I visitatori a volte arrivavano con forti pregiudizi, e io mi divertivo a scardinarli a uno a uno, anche attraverso la mia storia. Una storia di progresso e meritocrazia. ”

Nel 2019, ecco una nuova sfida: passare alla comunicazione interna, il suo ruolo attuale. “Un ruolo di collegamento tra azienda e dipendenti che sento molto mio: essendo stata dall’altra parte, in magazzino, credo di riuscire a comprendere bene le esigenze dei miei colleghi.”

Un lungo percorso professionale il suo, dalla cronaca televisiva, al nastro trasportatore, alla comunicazione aziendale. “Sono orgogliosa di ogni passo fatto. Quando ho perso il mio lavoro di giornalista è stato un momento difficile ma, grazie ad Amazon, ho potuto rimettermi in gioco subito, anche se, inizialmente, in un campo lavorativo totalmente diverso dalla mia formazione. È questo che ho imparato in azienda: mai aver paura di sperimentare, bisogna sempre mettersi alla prova e tentare nuove strade.”